Simy

"Sempre caro mi fu quest'ermo colle
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
spazio di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensiero mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura...
G. Leopardi



In questo mondo mediatico, rumoroso, cacofonico, esibisionista, veloce e impaziente, il silenzio sembra essere diventato sinonimo di una ricchezza inesprimibile. Il silenzio non è una cosa, un oggetto bensì un modo di porsi in ascolto, una modalità che predispone all'ascolto interiore.
Il tacere, lo spegnersi di qualunque suono o brusio in realtà spaventa per il vuoto che sembra lasciare, per il bisogno di riuscire a colmare sempre ogni piccolo interstizio nella nostra vita/giornata/attività e riuscire a sfuggire così le nostre paure e ansie. C'è un grande lavoro dietro il silenzio interiore, c'è l'essere riusciti a mettersi in contatto con il nostro essere, l'aver affrontato ogni aspetto del nostro animo, essersi messi in ascolto senza aspettative e intenzioni.
Con lo spegnersi dei suoni, il rarefarsi dei rumori che fanno da sottofondo alla nostra quotidianità in realtà ci troviamo ad ascoltare la voce di Dio, ci ritroviamo a vibrare in comunione con il nostro vero sè; è proprio questa capacità di ascolto che dobbiamo riuscire a riscoprire per abbassare il volume di ciò che ci viene dall'esterno e sintonizzarci sulla nostra musica interiore.


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