Simy

Tanti auguri, dal più profondo del cuore ad una persona davvero speciale.....ME!!
Ebbene si, me lo merito, ne sono felice.....
Sono felice di poter festeggiare questa giornata, perchè sento che tutto ciò che sono
diventata ora lo devo a me, alla mia capacità di comprendere le lezioni della vita,
alla mia umiltà nel cercare sempre di migliorare e di fare tesoro di ogni esperienza,
al mio cuore che ora più che mai è aperto e desideroso di amare la vita e le persone
che mi circondano con la consapevolezza che ogni momento, ogni singolo frammento
di vita, ogni giorno merita di essere vissuto.........soprattutto un giorno come questo.
Festeggio, ringrazio, gioisco, amo.
Sono così e così sono fiera di essere.
Tanti auguri Simona.
Simy
Accade a volte che una donna a ventinove anni sia più bella che a diciannove; e, parlando in termini generali, si tratta di un periodo della vita in cui la bellezza rimane intatta, purchè non sia stata minata dalla cattiva salute o dalle preoccupazioni.
Condividendo... 0 commenti | | edit post
Simy
E' verità universalmente riconosciuta che uno scapolo largamente provvisto di beni di fortuna debba sentire il bisogno di ammogliarsi.
Condividendo... 0 commenti | | edit post
Simy













Accadde proprio quattro anni fa, esattamente giugno 2006...... mamma mia come passa veloce il tempo, e come erano piccine le mie bimbe...
Dopo undici anni di convivenza e due meravigliose bambine abbiamo infatti deciso di sposarci, di incorniciare questi meravigliosi anni insieme e sigillarli con due bei: Lo voglio!! (anche se in francese e in un luogo lontanissimo da casa, sulla spiaggia, con la sabbia nei miei sandali e tantissima emozione).
Mauritius...un'isola meravigliosa dall'altra parte del mondo, un luogo paradisiaco, organizzazione perfetta ......
A noi ricorderà sempre il nostro matrimonio ed una vacanza stupenda con tutta la nostra famiglia e tanta voglia di ritornarci al più presto.

Simy

Da che ho memoria non ricordo di aver mai voluto fare qualcos’altro nella vita che cucinare.

Eh si che, come ricorda sempre mia madre, io della mia giovinezza non ricordo quasi nulla, neanche di quella volta che a 5 anni un flipper si staccò dal suo supporto e mi cadde sull’alluce causandomi un unghia nerissima per un mese.

Ricordo però che qualunque gioco mi si proponesse di fare o che riuscissi mai ad escogitare aveva sicuramente qualcosa a che fare con il cucinare.

Certo, a 6 anni non cucinavo mica sul serio, però vivendo con la mia famiglia in una casa con un giardinetto ricordo che con mia sorella e altre amichette dello stesso palazzo giocavamo a signore, cucinando impiastri innominabili e pastrocchi orribili con terra e acqua e meraviglia delle meraviglie quello che io riuscivo ad ottenere erano dei dolci da nouvelle-cousine; già, perché con la fantasia (che mai nella mia vita mi è venuta a mancare), producevo dei veri capolavori in appositi stampini che venivano poi sformati e cosparsi di zucchero a velo (borotalco, ma tanto l’effetto ottico è identico no?) o con l’aggiunta di glassa biancastra (sempre borotalco ma sciolto in acqua). Insomma, come mi divertivo ad immaginare che le foglie dell’edera che a quel tempo era avviluppata alla recinzione intorno al giardino, fossero delle vere bistecche o scaloppine che cucinavo per le mie amiche, un po’ come il the per le inglesi, ma io e le mie amiche eravamo anche delle buone forchette…..

Non c’era nulla di così divertente nella mia infanzia e non c’è nulla di altrettanto appagante nella mia vita ora che non spignattare.

Non che tutto sia andato sempre perfettamente liscio, infatti mia madre con la sua proverbiale memoria di elefante non manca mai di citare i miei infiniti flop culinari fin dai primi miseri tentativi di passare dai dolcetti coperti di borotalco a qualcosa di commestibile….o quasi.


Il mio primo alleato in questo dura lotta alla sopravvivenza (dei miei familiari soprattutto) fu un libro nero dall’aspetto non propriamente rassicurante ma pieno di “saggezza”. Un libro di ricette di Readers Digest che ancora oggi troneggia nella mia cucina insieme a mille altre riviste e libri suoi affini.

Quanti ricordi sfogliando oggi quelle pagine un po’ ingiallite (di olio di frittura?) o appiccicate da pastelle varie!!

Mi sembra ancora di sentire l’odore di soffritti dimenticati in padella, di frittate bruciacchiate e ciambelloni carbonizzati; quante delusioni ma anche quante soddisfazioni e scoperte nella cucina piccolissima della mia adolescenza che subito si riempiva di pentolame, padelle, frullatori e altre diavolerie quando mi cimentavo in qualche mirabolante ricetta.

Appena mettevo il mio grembiulone (fa tanto chef)mia mamma cominciava a tremare, più per il macello che mi lasciavo dietro che per l’incertezza della cena. Lei però mi era utile soprattutto per quei lavoretti che, siamo sinceri, sono proprio pallosi oltre che squalificanti; parlo di imburrare, eviscerare, sbucciare patate bollenti, sfilettare…. Ci si sporca solo le mani e basta!

Insomma c’è altro da fare che perdere tempo in quisquiglie del genere e infatti mia madre, che non conosce la differenza tra un uovo sodo e uno fritto (scusatemi l’ardire ma è la pura verità) è perfetta per queste cose. Ancora oggi fa fatica a riconoscere un calamaro da un gambero ed è convinta che muffin si pronunci marfi come Eddie Murphy per fare un esempio.

Quindi ,come si capisce dal primo impatto, non ho certo ereditato questa passione dalla mia mamma, né ho mai sperimentato con ansia le sue ricette una volta lasciata la nostra casa per abitare insieme al mio attuale marito. Anzi la mia fatica maggiore è stata piuttosto quella di disimparare ciò che avevo appreso guardandola cucinare (cucinare??) e che da piccola avevo preso per buono.

La mia prima cenetta da innamorati nel nostro piccolo nido d’amore è ancora oggi citata come esempio quando qualche nostra amica o conoscente ci racconta delle sue disastrose perfomance culinarie; infatti la frase classica è: se c’è riuscita lei, lo puoi fare anche tu!!

Diciamo subito che: la pasta era scotta, il sugo mezzo crudo, l’insalata condita non con una vinaigrette ma con una acqua-grette, lo so il termine l’ho coniato io perché era una miscela fatta di acqua (tanta) e olio ( poco). L’unica cosa passabile anzi commestibile erano le fragole con panna e infatti era l’unica cosa preparata dal mio fidanzato. Una figuraccia davvero, come prima volta!!!

Quindi se mentre leggete queste righe vi arriva dalla cucina un puzzo di bruciato e l’arrosto è giusto 4 ore (!!!) che è nel forno alla massima velocità, non vi amareggiate, io ci sono passata prima di voi e se non proprio la passione posso trasmettervi quella pratica che vi farà sentire sicure persino di fronte ad un pranzo domenicale per 12 persone.

Simy


Mi sveglio in una stanza bianca e immersa in una luce splendida, avvolta nella candida coperta di un letto enorme e soffice. Tutto intorno a me è etereo e luminoso. Davanti al mio letto si apre una vetrata gigantesca all’inglese, tutto è immerso nel silenzio e invita alla pace. Mi affaccio riposata e tranquilla dalla finestra e mi siedo sui gradini al di fuori di essa e mi appare uno degli spettacoli della natura che a tutt’oggi ancora mi emoziona; un’alba meravigliosa, rosea, bellissima, un cielo irreale nella sua perfezione ed io estasiata non posso fare altro che sedermi e rimirare il tutto. Considero questo sogno o meglio questa visione un tributo e un omaggio del cosmico per ciò che da lì a pochi mesi sarebbe accaduto nella mia vita. Il solo riandare con i sensi a quelle emozioni mi ha sempre incoraggiata e rincuorata. Questo è stato il primo dei tanti regali che avrei ricevuto e che sto ancora ricevendo e non ho mai pensato neppure per un attimo che si trattasse solo di semplici coincidenze.
Condividendo... 0 commenti | | edit post