Simy


Nel sogno ti abbracciavo forte, sentivo la vita pulsare dentro di te come dentro di me, non mi stupivo che le braccia non riuscissero a cingere tutta la tua possenza, scambiavo emozioni con qualcosa di vitale, percepivo la risposta dei sensi e mi sembrava di stringermi addosso l’infinito.
Nella realtà sei il mio albero più grande, maestoso ed elegante, troneggi nel mio giardino in un tripudio di verdi riflessi umidi di brina, ti lasci attraversare da una ventata fresca e rigenerante e ti rifletti nella luce del sole che di giorno si infiltra tra le tue fronde.
Ti abbraccio davvero ora e subito mi ricadono addosso le emozioni che hanno accompagnato il mio risveglio, il profumo della resina, il contatto con la ruvidezza della tua corteccia che ti protegge e ti schermisce da tutto e tutti; sei un po’ come me apparentemente, scabroso al primo contatto, pieno di vita e di emozioni pulsanti un pochino al di sotto della superficie.
Pazienza per chi non percepisce altro ed oltre, per chi si accontenta di godere della tua presenza come di un oggetto inanimato utile e inutile al tempo stesso.
Peccato non farsi coinvolgere da tanta magnificenza, silenziosità ed eleganza immutata negli anni, stupido fermarsi a rimirare le tue foglie estive e passare indifferenti quando cominci anche tu a patire il freddo.
Quanto vorrei come te librarmi nel cielo che ci sovrasta e che mi fa sentire ancora più piccola, mentre da lassù fin dove arrivano i tuoi rami tutto è incantevole, distante, irreale.
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